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Forum Irredentismo e Nazionalismo italiano

Isola di Corsica, Non tutto e' perduto!

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view post Posted on 6/10/2013, 22:36     +1   -1

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CITAZIONE (Mars Pianeta Rosso @ 5/10/2013, 14:10) 
Leggiti bene-in corso- quanto riportato da Simon ed oltre nel link che ha postato. Non credo affatto che il sentimento attuale dei Corsi sia quello da te tratteggiato,Dardanide. Francamente non ne vedo traccia da nessuna parte, quanto meno ufficiale. Io seguo, leggo qua e là, mi informo e ci sono pure andato in Corsica. E l'impressione, forte, è questa.
Al massimo vogliono l'indipendenza per i più radicali, ma non l'unione con l'Italia.
E' pure una minoranza assoluta-ed è stato detto anche in questo forum non da me-chi propugna l'Italiano come lingua alta di cultura, come riferimento.
Bisogna essere realisti e rispettarli.
Per sostenerli, d'accordo, l'ho già scritto:interesse ed amicale partecipazione, ma nulla più...il più, e non so cosa sia ora, potrà essere dato ove richiesto da loro. Per molti Corsi, noi siamo un altro popolo, distinto dal loro ed hanno preso male l'avventura fascista nell'isola. Non è solo questione dei francesi e della loro repressione.
Rispettiamoli,lo ripeto. Se vorranno veramente di noi, solo allora, sarei contento di riceverli in quella che può essere definita una "comune famiglia".

Oggi senz'altro i corsi vogliono l'indipendenza o piuttosto l'autonomia dalla Francia, tipo AltoAdige (per non perdere i sussidi e i posti nella pubblica amministrazione francese, dove esiste la lobby dei corsi), ma non l'unione all'Italia, salvo forse qualche fine intellettuale o storico.Cio' detto se si fa una scala di ostilita' e' molto maggiore quella che nutrono vs i francesi che vs di noi.Lo dico da persona che ha passato molto tempo in Corsica e che ha fraternizzato sia con corse DOC, che meticce"cioe' con sangue italiano che francese.TRA I CORSI DOC, salvo chi ha fatto carriera nella pubblica amministrazione, NESSUNO A SENTIMENTI FILOFRANCESI, O SI SENTE FRANCESE, MA SEMPLICEMENTE CORSO.Da cio' risulta evidente quanto sia falsa la leggenda del "giuramento di Bastia" con cui i corsi nel 1940 giurarono fedelta' alla "madrepatria"francese con al frase"noi siamo francesi e come tali vogliamo morire".Al piu avranno giurato, coattivamentemte, degli altifunzionari stipendiati dal governo francese, ma non certo la popolazione.La quale sin dagli anni Venti stava riunendosi attorno al "Partitu Corsu d'Azione, 1923" e "Partutu Corsu Autonomista,1926" i quali poi si avvicinarono sempre di piu' a B.Mussolini.Moltissimi corsi erano filoitaliani e filofascisti, poi finita la guerra, con la sconfitta del fascismo, la vulgata francese, ha riscritto la storia, falsandola, con il mito dei corsi di sentimenti francesi ed antitaliani, ma questa e' una ricostruzione fatta a posteriori, per togliere di mezzo verita' scomode per la Francia e per i corsi stessi, compromessi fin troppo con il fascismo italiano, divenuto un sentimento aberrante nell'Europa postbellica e nella Francia della "resistenza partigiana".
Sulla deitalianizzazione della Corsica, almeno, non ha colpe Mussolini.Questa e' avvenuta unicamente per volere della Francia.D'altronde nell'attuale societa' moderna scolarizzata, burocratizzata e massmedizzata non c'e' posto per una lingua che e' stata bandita da tutti e tre i circuiti quale l'italiano ed il corso.Essendo il francese l'unica lingua della scuola, dei documenti e dei medias.Solo l'arretratezza e isolamento dell'isola fino agli anni Sessanta avevano permesso alla lingua corsa di sopravvivere, poi se a tutto cio' si unisce il piano francese per la ricolonizzazione dell'isola con pieds noirs e maghrebiti, si capisce che la francesizzazione e la rottura dei legami con l'Italia era un processo logico ed ineluttabile, senza cercare colpe nostre.Semmai il fascismo ha avuto responsabilita' a Malta o nel Grigioni, dove l'Italiano a seguito degli attriti con il gov,fascista perse lo status di lingua ufficiale.NON CERTO IN CORSICA, DOVE IL PIANO DI DEITALIANIZZAZIONE ERA GIA' IN ATTO BEN DA PRIMA DEL FASCISMO (1852, proibizione dell'uso dell'Italiano nella pubblica amministrazione, scuole, chiese e non piu riconoscimento dei diploni presi nelle universita' italiane).

Edited by simon1971 - 6/10/2013, 23:40
 
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view post Posted on 6/10/2013, 22:40     +1   -1
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Personalmente mai detto che i Corsi ci odiano più dei Francesi. Quindi non ho difficoltà a sottoscrivere quello che dici Simon. I Corsi vogliono essere Corsi, né Francesi né Italiani, almeno fra gli autoctoni. Poi, come hai detto, ci saranno pure i filofrancesi delle Amministrazioni civile e militare francesi.
La vera deitalianizzazione, come da testo da te riportato, inizia dopo la Prima Guerra Mondiale e si è accentuata negli anni dei media e dell'immigrazione africana.
Certo che l'avventura fascista e la sconfitta Italiana non hanno giovato,comunque.
 
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view post Posted on 6/10/2013, 22:44     +1   -1

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CITAZIONE (ratapena @ 6/10/2013, 20:12) 
Dal sito dell’INSEE Institut nationale de la statistique et des études économiques
Mi chjamu Saveria, Laurina, Lisandru, Petru
Les prénoms orthographiés en langue corse sont apparus sur les registres de l'état civil à partir des années quatre-vingts. Leur gamme est plus élargie chez les filles.
Serena détient la palme, ayant été attribué 225 fois, suivi de Stella (198 fois) et de Lisa, Francesca, Saveria donnés plus de 100 fois chacun. Ces deux derniers prénoms ont succédé à Françoise et Xavière qui n'ont plus cours aujourd'hui. Laurina, Livia, Lesia, Leria Chjara et Lisandra, moins fréquents, se sont aussi généralisés. Deux prénoms font exception, Santa et Flora, car déjà enregistrés dans les années d'après-guerre. Santa résiste. Peu souvent donné, il est en cours depuis 1947, alors que Toussainte a disparu des registres en 1970. Flora, affecté jusqu'en 1950, réapparaît à partir de 1984.
Chez les garçons, Lisandru est le prénom le plus répandu, attribué à 112 bébés depuis 1989. On y trouve aussi des Matteu, Andrea, Petru et Ghjuvan.

Direi che questo mette fine definitivamente alla leggenda metropolitana della legge speciale contro i nomi corsi ancora vigente che viene ancora sbandierata anche qui. Se si vogliono fare delle discussioni serie bisogna documentarsi.

Due mie ex-amiche si chiamano Pascaline (alla francese) e Vannina (da Giovannina), ma il papa di Vannina si chiama Pierre, perche' Petru non poteva chiamarsi, mi mdisse una volta.
 
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view post Posted on 6/10/2013, 22:45     +1   -1
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CITAZIONE (simon1971 @ 6/10/2013, 23:44) 
CITAZIONE (ratapena @ 6/10/2013, 20:12) 
Dal sito dell’INSEE Institut nationale de la statistique et des études économiques
Mi chjamu Saveria, Laurina, Lisandru, Petru
Les prénoms orthographiés en langue corse sont apparus sur les registres de l'état civil à partir des années quatre-vingts. Leur gamme est plus élargie chez les filles.
Serena détient la palme, ayant été attribué 225 fois, suivi de Stella (198 fois) et de Lisa, Francesca, Saveria donnés plus de 100 fois chacun. Ces deux derniers prénoms ont succédé à Françoise et Xavière qui n'ont plus cours aujourd'hui. Laurina, Livia, Lesia, Leria Chjara et Lisandra, moins fréquents, se sont aussi généralisés. Deux prénoms font exception, Santa et Flora, car déjà enregistrés dans les années d'après-guerre. Santa résiste. Peu souvent donné, il est en cours depuis 1947, alors que Toussainte a disparu des registres en 1970. Flora, affecté jusqu'en 1950, réapparaît à partir de 1984.
Chez les garçons, Lisandru est le prénom le plus répandu, attribué à 112 bébés depuis 1989. On y trouve aussi des Matteu, Andrea, Petru et Ghjuvan.

Direi che questo mette fine definitivamente alla leggenda metropolitana della legge speciale contro i nomi corsi ancora vigente che viene ancora sbandierata anche qui. Se si vogliono fare delle discussioni serie bisogna documentarsi.

Due mie ex-amiche si chiamano Pascaline (alla francese) e Vannina (da Giovannina), ma il papa di Vannina si chiama Pierre, perche' Petru non poteva chiamarsi, mi mdisse una volta.

La tua fonte era questa "testimonianza" circa la presunta legge impeditiva?
 
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view post Posted on 6/10/2013, 22:56     +1   -1

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CITAZIONE (Mars Pianeta Rosso @ 6/10/2013, 23:40) 
Personalmente mai detto che i Corsi ci odiano più dei Francesi. Quindi non ho difficoltà a sottoscrivere quello che dici Simon. I Corsi vogliono essere Corsi, né Francesi né Italiani, almeno fra gli autoctoni. Poi, come hai detto, ci saranno pure i filofrancesi delle Amministrazioni civile e militare francesi.
La vera deitalianizzazione, come da testo da te riportato, inizia dopo la Prima Guerra Mondiale e si è accentuata negli anni dei media e dell'immigrazione africana.
Certo che l'avventura fascista e la sconfitta Italiana non hanno giovato,comunque.

Credo sia qualcosa di indifferente, in questo processo, l'avventura fascista.Il pomo e' l'arrivo della societa' moderna, seppure lentamente, in Corsica, che ha ucciso le lingue locali e straniere qui come in tutta la Francia in favore dell'unica lingua della scuola, amministrazione, liturgia, e comunicazione uffciale.Relegandole prima all'ambito familiare e poi con la crescita della nuove generazioni estromettendole da ogni circuito, un po' come avviene oggi per tutte le lingue che non godono di status di uccicialita' nelle societa' moderne.
UNA LINGUA ESTROMESSA DALLA SCUOLA, DALLA BUROCRAZIA, E DAI MEZZI DI COMUNICAZIONE DI MASSA, E' CONDANNATA ALL'ESTINZIONE A PRESCINDERE DA MUSSOLINI, che pure ha le sue colpe, ma in altri contesti.

CITAZIONE (Mars Pianeta Rosso @ 6/10/2013, 23:45) 
CITAZIONE (simon1971 @ 6/10/2013, 23:44) 
Due mie ex-amiche si chiamano Pascaline (alla francese) e Vannina (da Giovannina), ma il papa di Vannina si chiama Pierre, perche' Petru non poteva chiamarsi, mi mdisse una volta.

La tua fonte era questa "testimonianza" circa la presunta legge impeditiva?

No, e' che sempre mi hanno detto i corsi che hanno nomi francesi, perche' non si possono avere nomi corsi, inoltre pure qui su internet ho trovato scritto che in Corsica c'e o c'era una legge che proibisce l'uso di nomi italiani o corsi.
Se tale legge l'hanno tolta negli anni Ottanta potrebbe essere che non c'e' piuì' dato che io parlo di gente nata dagli anni Ottanta in giu, giacche' io frequentav assiduamente l'iisola fino a finale degli anni Ottanta, inizio anni Novanta, e le ragazze o adulti con cui interragivo erano tutte persone nate prima degli anni Ottanta.
Pure gli aderenti ai vari gruppi terroristici corsi, che se li chiami Jean o Pierre ti sparerebbero se guardi il loro documento riporta un Jeanne o pierre piuttosto che un Ghjovanni o Petru, percio' mi pare strano che se si fossero potuti chiamare alla corsa, abbiano le loro famiglie (corsi doc, antifrancesi) optato per nomi francesi.
 
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view post Posted on 6/10/2013, 23:04     +1   -1
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Sicuramente, se è mai esistita,non esiste più da molto tempo. Questo è un dato ormai acclarato ed è merito di questo thread e di Ratapena se si è potuti arrivare almeno ad una "verità". Tuttavia ho fatto le mie indagini on line e non ho trovato il minimo accenno ad una legislazione ad hoc per la Corsica neanche in periodi anteriori agli anni '80.
Dunque se i Corsi scelgono da vari anni nomi francesi in maggioranza, evidentemente, pur non essendo filofrancesi, proveranno un sentimento di conformazione ai continentali.Per qualche forma di opportunismo subliminale? Boh. Comunque, almeno per me, questo è molto deludente. Finché c'era un divieto è un conto ma,evidentemente, questo rientra nella loro libera scelta,almeno da molti anni se non da sempre, come abbiamo visto. :uhm:
 
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view post Posted on 6/10/2013, 23:22     +1   -1

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http://corsicaitaliana.files.wordpress.com...ra_italiana.pdf

http://liberalblog.eu/2008/11/28/la-corsic...-e-dimenticata/ cmq questa cosa dei nomi ha vari rimandi online e mi pare strano che siano una leggenda metropolitana.Anche perche' non ha logica che uno di famiglia di chiami all'anagrafe Jean per poi farsi chiamare da tutti e scrivere il proprio nome nei comunicati alla corsa non ti sembra strano Mars?
http://it.answers.yahoo.com/question/index...28115051AATt1zz anche qui si parla del divieto per i nomi italiani, c'e' pieno di riferimenti in internet.
 
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view post Posted on 6/10/2013, 23:50     +1   -1

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Sunto sulla storia mederna e contemporanea dell'Isola, trovato su internet:
Il 15 maggio 1768 la Repubblica di Genova vendette la Corsica alla Francia, col Trattato di Versailles, e la nazione Corsa con a capo Paoli dopo aver lottato contro Genova lottò contro la Francia assai più repressiva ed intollerante. L'8 maggio 1769 i Corsi furono sconfitti a Ponte Nuovo e la pacificazione successiva fu piuttosto brutale (torture ed esecuzioni).
Pasquale Paoli è oggi considerato come "il Padre della Nazione" e un vero e proprio eroe insulare, il primo fondatore di scuole corse di lingua italiana, ritenuta una lingua colta per la futura Corsica indipendente.
Durante la Rivoluzione, Pasquale Paoli, visto come patriota rivoluzionario è benevolmente accolto a Parigi nel 1790. Tornato in Corsica diventerà capo della Guardia Nazionale della Corsica e Presidente del Consiglio della Contea. Nel 1793 accusato di dispotismo venne dichiarato in arresto dalla Convenzione, quest'ultimo si alleò col Regno Unito e proclamò un anno dopo nel 1794 "il Regno anglo-corso" che durerà due anni fino al 1796 con la definitiva riconquista francese e l'esilio di Paoli in Inghilterra.
Napoleone Bonaparte non intraprese una francesizzazione dell'isola, perché lui stesso non era francese né di nascita né di tradizione, anzi appoggiò fino all'ultimo le resistenze paoline.
La lingua italiana era molto usata per atti ufficiali e notarili, ma questa venne proibita nel Secondo Impero di Napoleone III all'indomani della conclusione della Seconda guerra d'indipendenza italiana, da questo momento in poi si attuò un'intensa politica di francesizzazione della Corsica.
L'isola fu coinvolta solo superficialmente nel Risorgimento con molti intellettuali corsi, tutti filo-italiani che preferivano stare col nascente Stato italiano che sotto la "dittatura francofona". Non vi fu mai da parte del Regno d'Italia il minimo accenno concreto di entrare in rotta di collisione con Parigi per la Corsica. Neanche quando dopo la caduta di Napoleone III, il Re Vittorio Emanuele II non esitò a demolire lo Stato Pontificio nel 1870 ma non attuò alcun tentativo diplomatico-militare per recuperare la Corsica nonostante le continue richieste di Giuseppe Garibaldi.
Nel 1896 nacque A Tramuntana, fondato da Santu Casanova, primo giornale di lingua corsa, portavoce dell'identità insulare.

Mentre l'italiano, ancora ben vivo nell'isola all'alba del Novecento, veniva sempre più ostacolato dalla Francia, i corsi iniziarono a valorizzare la lingua vernacolare come strumento di resistenza ai misfatti dell'acculturazione francese, che minacciava di travolgere l'anima stessa della loro isola.
La Prima guerra mondiale (1914-1918) coinvolse pesantemente la Corsica rivelando ulteriormente il perdurare della disparità di trattamento verso la sua popolazione nel seno dello Stato francese. Secondo alcune stime, circa il 10% dell'intera popolazione insulare trovava la morte sui campi di battaglia. L'impatto demografico fu disastroso e spinse la popolazione affamata a ridursi ad un'agricoltura quasi arcaica, recuperando tecniche di coltivazione di due secoli prima per sopravvivere.
La situazione divenne insostenibile, e molti reduci furono costretti ad emigrare nelle colonie o trovare altri impieghi in continente piuttosto che tornare nelle proprie case in una terra sempre più desertificata sotto ogni punto di vista. Questa diaspora (in Indocina, Portorico e a Marsiglia si sviluppa la Mafia corsa)provocò pesantissime perdite umane ed economiche all'isola.

Tra quelli che rimasero in Corsica si radicalizzò il sentimento di malcontento nei confronti del governo di Parigi, si fece strada un movimento rivendicativo e si riallacciarono i rapporti con l'Italia, che già ai tempi del governo Crispi aveva perseguito lo sviluppo di movimenti irredentisti e una politica estera avversa alla Francia.
Nacque quindi per impulso di Petru Rocca nel 1919 A Muvra, un periodico scritto in corso e italiano. Attorno al giornale prese vita nel 1922 il Partitu Corsu d'Azione, autonomista analogo al Partito Sardo d'Azione.
Oltre alla fioritura di periodici e giornali, si moltiplicarono studi linguistici per una rivendicazione autonomista ed identitaria però più marcatamente nazionalista che con l'avvento della propaganda mussoliniana si venava d'irredentismo: il governo fascista non lesinava finanziamenti agli indipendentisti corsi e s'istituirono borse di studio per ottenere che i giovani frequentassero le università italiane.

Ovviamente la storiografia e la propaganda politica francese hanno abilmente screditato i movimenti irredentisti"corsisti" dopo questo loro allineamento col Fascismo mussoliniano per allontanarsi dallo Stato francese, additando di simpatie fasciste qualunque corso indipendentista.
In verità l'avvento di Mussolini in Italia non fece che seguire un diffuso e davvero mai del tutto sopito sentimento di estraneità dei corsi sotto la Francia. Tanto che tutti i maggiori indipendentisti corsi negli anni '20 furono in esiliati nell'Italia Fascista.
Fino al 1940 in Corsica le simpatie italiane raggiunsero punte notevoli, Santu Casanova elogiò la guerra d'Etiopia e gli irredentisti corsi organizzarono pubblici festeggiamenti, che ebbero notevole partecipazione popolare, in occasione della proclamazione dell'Impero Italiano il 9 maggio 1936.
Nel 1938 lo stesso ministro degli Esteri, Galeazzo Ciano, rivendicò pubblicamente la Corsica come terra italiana, e questa dichiarazione fu salutata con enorme soddisfazione dai corsi.
Nel 1939 Mussolini propose in seduta al Gran Consiglio del Fascismo di appoggia l'autonomia della Corsica, per renderla italiana in tre tempi: ravvivare le tendenze indipendentiste corse, tendere all'indipendenza della Corsica e annessione all'Italia.

Tra il novembre 1942 e il settembre 1943 la Corsica venne occupata militarmente dal Regno d'Italia, il sogno dei corsi di unificarsi con la nazione italiana divenne quasi reale. La Resistenza partigiana corsa si avviò nel 1943, diretta da attivisti comunisti e socialisti dell'isola, e la repressione italiana divenne dura. L'OVRA arrestò e deportò parecchiepersone tra il giugno e il luglio dello stesso anno. Il 10 luglio gli Alleati sbarcarono in Sicilia e il 25 luglio Mussolini venne destituito. I nazisti cominciarono a diffidare dell'alleato italiano e iniziarono ad affluire SS sull'isola. Dopo l'8 settembre le ex truppe d'occupazione italiana si allearono con gli indipendentisti corsi combattendo i nazisti e attendendo la liberazione anglo-americana nel 1944.
Nel 1945 un centinaio di corsi furono processati dai tribunali militari francesi ed incolpati di tradimento e collaborazionismo con l'Asse.

Dopo la fine della guerra la Francia perse numerose colonie, dal 1957 e dopo la guerra d'Algeria molti corsi che si erano stabiliti in Nord Africa ritornarono sull'isola specie con ingenti progetti finanziati da Parigi per incentivare le produzioni agricole corse e la viticoltura. Nel secondo dopoguerra il nazionalismo corso era fortemente screditato ed indebolito, ma nonostante ciò riemerse. I primi segni di rinnovato interesse risalgono ai primi anni '60 tra gli studenti corsi a Parigi, con il riconoscimento della cultura corsa. Nel biennio 1964-1965 avvennero lievi attacchi contro le amministrazioni che incentivavano economicamente i rimpatriati dall'Algeria e ricomparirono slogan anti-francesi in tutta l'isola, scritti in italiano. Nacque l'Azione Regionale della Corsica sotto segreteria di Edmond Simeoni.
Il Sessantotto permise al nazionalismo corso di riaffermarsi, non più tradizionalista ma progressista di sinistra continuando a mantenere venature romantiche.
Il 21 agosto 1975 si ebbe un evento spettacolare organizzato da Simeoni, la sua organizzazione autonomista occupò con una dozzina di amici uno stabilimento di agricoltura pied-noir, di un beneficiario proveniente dall'Algeria di un particolare prestito di Stato e sospetto di frode fiscale. Ben 1.200 gendarmi con elicotteri e veicoli corazzati iniziarono una breve battaglia contro questi autonomisti corsi, lo scontro fece addirittura due morti.
Un anno dopo, nel 1976, nacque il Fronte di Liberazione Nazionale Corso, una radicalizzazione del movimento indipendentista corso, ma si sciolse nel 1983, ma continua tutt'oggi nelle sue attività, spesso illegali per lo Stato francese, ambendo all'indipendenza dalla Francia con attacchi a prefetture e stazioni di polizia.

A una conferenza stampa dell'11 gennaio 1996 tenuta nel villaggio di Tralonca erano presenti 600 militanti. Il Fronte di Liberazione in passato si è scontrato con molte altre fazioni indipendentiste corse, ma di recente tutte queste hanno trovato un accordo confermando il loro totale obiettivo di ottenere l'autonomia dalla Francia e il riconoscimento della cultura italiana ???????come parte integrante della cultura insulare. Questa ultima cosa, a me non risulta percio' il punto ??????
 
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view post Posted on 7/10/2013, 00:37     +1   -1

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QUOTE (Mars Pianeta Rosso @ 6/10/2013, 23:30) 
L'irredentismo corso attualmente non esiste se non in modo assolutamente marginale.

Verissimo! Essendo già minoritario l'indipendentismo e l'irrendentismo minoritario tra gli indipendentisti è ovvio che sia marginale.

QUOTE
I fatti sono questi, fatti un giretto in Corsica e poi mi dirai.

Né tu né io possiamo fare un giretto nella Corsica deggli anni 30 ma entrambi dovremmo aver imparato che non si può dare per scontato che le sensibilità di ogni epoca siano semplicemente la riproposizione di quelle attuali.
Ovviamente non è così e di esempi ne dovremmo avere milioni.
Il fatto che quindi oggi l'opinione X sia minoritaria non vuol dire che lo fosse in un diverso tempo.
Quello che infatti obiettavo, e forse non era chiaro, era che fosse falsa l'affermazione che i corsi non avessero sostenuto la causa irredentista.
Tutta la documentazione lasciata per iscritto dai corsi suggerisce che fossero irredentisti.
Mi sai citare invece un solo giornalista o scrittore corso degli anni 30 che fosse indipendentista ma non irredentista? Per quanto ne so non ve n'è traccia in tale epoca.
Vi erano filofrancesi e filoitaliani. Questo stando ad i documenti.

QUOTE
Ma tieni ben a mente che l'indomito ed orgoglioso popolo Corso non vuole farsi dominare né conquistare da alcuno.

Questa è una frase fatta priva di alcun significato. Tu ti senti "dominato e conquistato" dall'Italia? O semplicemente te ne senti parte? Se fossi stato nella Roma papalina quando arrivavano i bersaglieri, ti saresti sentito "dominato e conquistato" o piuttosto "liberato"? Evidentemente persone diverse con sentori diversi avrebbero usato le due diverse espressioni. Ti ripeto, tutti i giornalisti e gli scrittori dell'isola hanno testimoniato per iscritto il loro volersi congiungere all'Italia, e non per essere "dominati e conquistati" ma per farne parte.
Con questo non voglio dire che la loro opinione, allora maggioritaria, lo sia tutt'ora, volevo solo sfatare un falso storico clamoroso.
Perpetrato incredibilmente anche qui tra irredentisti. Dire che "il fascismo soffiò [...] e trovò delle entrature" è perpetrare un mito francese, che dipinge i corsi irredentisti come in realtà dei "servi dei fascisti" che offriro, appunto delle aperture: in pratica dei collaborazionisti coi nazisti, dei traditori della stessa Corsica.
Invece la totalità dei rappresentanti culturali dell'isola comprende anche persone salite alla fama ben prima di Mussolini e che prima di qualunque soffio già scrivevano le loro idee.
 
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www.axl.cefan.ulaval.ca/europe/corsefra.htm link da leggere ricco di informazioni sull'attuale situazione della Corsica.
"Même la déclaration d'un prénom corse à un fonctionnaire de l'état civil peut être interprété par ce dernier comme le signe d'un «militantisme politique». L'employé de l'État peut manifester une attitude bienveillante, voire paternaliste, ou au contraire réagir par des tracasseries administratives fort déplaisantes."

Senz'altro sebbene fosse un dittatore all'epoca del suo apogeo (fine anni Trenta) aveva un forte seguito (gli anni del consenso) sia in Patria, che presso le comunita' italiane delle terre irredenti e della diaspora (Uruguay, New York, San Paolo etc).Percio' e' vosimile che molti corsi fossero abbagliati da Mussolini (come gli altoatesini ed i tedeschi dei Sudetti dal sanguinario A.Hitler), piuttosto che da personaggi scialbi e privi di carisma quali il "pinzuto"Leon Blum.Poi naturalmente a guerra finita questa scomoda realta' a stata rimossa con dovizia dalla Francia e dai corsi.

ps:Negli anni Trenta almeno un 20-30% della popolazione corsa era figlia di italiani, soprattutto lucchesi.
 
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view post Posted on 7/10/2013, 09:23     +1   -1

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Cercando di sintetizzare:
anche a viva voce ne parla, includendo anche gli aspetti educativi sul riconoscimento dei titoli di studio tra paesi. Lo riporto perché anche questo è importante. In tempi non recenti l'élite corsa studiava a Pisa... :
"Per quanto riguarda il riconoscimento in Francia dei titoli di studio italiani è possibile avere notizie cliccando su questo link del sito dell'Ambasciata Francese in Italia dedicato al tema: www.ambafrance-it.org/spip.php?article1037.
Tale riconoscimento non è automatico - lo stesso sito ci fa sapere che "In Francia non esiste un principio giuridico di equivalenza fra i titoli/diplomi conseguiti all’estero e i titoli/diplomi francesi rilasciati dal Ministero Nazionale dell’Educazione e il Ministero della Ricerca" - ma è subordinato a determinati iter e regole che, seppure concepiti per il caso più comune di studenti italiani, credo possano applicarsi anche a studenti francesi - e quindi anche ai còrsi - che hanno studiato e conseguito titoli di studio in Italia.

Per quanto riguarda la questione dei nomi credo invece che si debba fare un discorso più articolato.
Da quanto ho capito fino al 1966 la legislazione relativa ai "prenoms" era estremamente restrittiva e risalente addirittura alla Rivoluzione! Una legge dell' 11 germinale dell'anno XI stabiliva che nei registri dello stato civile potessero essere trascritti solo nomi tratti dai diversi calendari o appartenenti a personaggi storici conosciuti dell'antichità.
Un' "instruction ministérielle" del 12 aprile del 1966 venne ad allargare le maglie ristrettissime della precedente legislazione estendendo il campo dei nomi che si potevano scegliere, per esempio a quelli mitologici o, il caso ci interessa di più, di origine "regionale".
E' però solo dal 1993, con l'art. 57 del Codice Civile, che si può teoricamente scegliere in Francia qualsiasi nome purché non sia pregiudizievole per il neonato o per eventuali diritti di terzi.
Stando così le cose mi sembra quindi che a partire da quella data - e forse già dal 1966 - non ci siano più ostacoli al fatto che un neonato còrso possa essere iscritto nei registri di stato civile con un tradizionale nome còrso o italiano anzichè con il suo equivalente francese. Credo che ormai chiamare il proprio figlio Jérôme, Girolamo o Geronimu sia solo più una questione di gusto personale o legata al tipo di identità a cui ci si sente di appartenere.
Riguardo ai nati anteriormente al 1966, a tutti quei còrsi che hanno quindi dai 46 anni in su, bisogna considerare invece che sono nati pienamente sotto la vecchia disciplina "rivoluzionaria." Come doveva essere interpretato il suo dettato? Quando si parlava di nomi appartenenti ai diversi calendari o a personaggi storici si dava per scontato che questi dovessero essere essenzialmente "francesi"? Se è così è chiaro che la norma si traduceva automaticamente in un divieto dei nomi italiani ma anche di quelli còrsi, bretoni, tedeschi, inglesi etc. . Questo spiegherebbe l'abbondante uso in Còrsica di nomi appartenenti alla tradizione ma in versione francesizzata.
Comunque la risposta migliore ce la potrebbero dare i nostri amici còrsi, specie quelli un po' più in avanti con gli anni, che sicuramente ne sanno di più.
Io più in là non sono riuscito ad andare e qui mi fermo."

Quindi: da PRIMA del 1993 si poteva già dare nomi di carattere regionale ma che tali nomi sono ricominciati a comparire intorno agli anni '80. Di conseguenza il fenomeno è verificabile per le persone che hanno al massimo 30-40 anni. Il fenomeno mi sembra di capire che, anche se iniziato in ritardo, forse a causa di particolari timori come riportato da Simo (Même la déclaration d'un prénom corse à un fonctionnaire de l'état civil peut être interprété par ce dernier comme le signe d'un «militantisme politique». L'employé de l'État peut manifester une attitude bienveillante, voire paternaliste, ou au contraire réagir par des tracasseries administratives fort déplaisantes. Théoriquement, l’officier d’état civil peut refuser d'enregistrer un prénom qui pose problème, mais les cas du genre demeurent néanmoins rarissimes.) ha comunque raggiunto una certa forza: http://www.infobebes.com/Prenoms/Nos-dossi...orses-masculins
Complimenti a ratapena per l'analisi critica...
Un'altra questione che vorrei capire è il testamento di Paoli a proposito della dichiarazione di italianità dell'isola. I francesi dicono che il testamento è falso, avevo trovato qualcosa ma niente che attestasse in modo definitivo la veridicità o la falsità di tali documenti.
 
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view post Posted on 7/10/2013, 14:18     +1   -1
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Ma, credo che sarebbe il caso di non quotare frasi al di fuori del contesto.
Sono sempre dell'avviso che un popolo, se non sente né propone l'annessione od anche l'omologazione culturale con un altro, è oggetto di conquista da parte dell'altro. Posso concordare che fino alla Prima Guerra Mondiale, un vero e proprio spartiacque per tanti popoli d'Europa, il carattere Italiano della Corsica fosse evidente. Ma non vi furono occasioni, né dall'una né dall'altra parte, per cambiare gli equilibri politico-territoriali e questo è un dato di fatto. Il fascismo ha perso la faccia agli occhi di gran parte degli Italiani ed anche di quelli di origine,non regnicoli, con politiche imperialiste di alleanza con quella mostruosità umana che fu il nazismo. Parliamo dell'oggi: non ricadiamo in atteggiamenti di acquisizione di quella terra, non solo per il rapporto con i nostri partner occidentali in primis la Francia, ma sopratutto verso loro, i Corsi, popolo indomito ed orgoglioso, che, se vorranno, proveranno a scegliere le strade del loro percorso futuro. L'irredentismo vecchia maniera in terra corsa ora come ora è fuori dalla storia e non può che pregiudicare i rapporti fra Corsi ed Italiani. L'indipendenza, se e quando la vorranno, è affar loro. Da parte mia resta la simpatia e la considerazione verso di loro che,mi auguro, potranno continuare efficacemente la strada per addivinire ad un equilibrio più avanzato nei rapporti con il loro Stato centrale.
Come per il passato ed anche a causa della politica di potenza e conquista del fascismo, l'Italia, in modo espresso e esplicito può far poco- siamo realisti, per piacere, sarebbe anche controprucente e non richiesto- ammesso poi che lo voglia, della qual cosa dubito fortemente. Ma credo invece che l'Italia,come esempio nel trattare con le sue minoranze e come membro fondatore Europeo qualcosa lo possa fare. L'Europa stessa, sulle minoranze, incomincia a svolgere un ruolo. Non necessariamente tutto quello che proviene da Bruxelles è negativo ( sicuramente l'euro sì :asd: ). La tutela delle minoranze e le macroregioni transfrontaliere possono essere un passe-par-tout per aiutare la Francia a "crescere" e a consentire più vita culturale,sociale ed economica alle sue minoranze, a cominciare dalla Corsica, per la sua alta specificità. Saranno poi i Corsi i maggiori attori del loro destino, essi soli decideranno del loro futuro.
Detto questo, il thread su cui stiamo scrivendo è illuminante: al di là delle differenti analisi di ognuno di noi, c'è qualche speranza in una maggiore consapevolezza ed attività ( non mi riferisco al terrorismo,naturalmente) da parte di questo popolo indomito. E' la prima volta che succede...stavolta non è infatti Parigi a proporre determinate soluzioni autonomistiche ma sono gli stessi Corsi che, tramite la loro Assemblea, hanno avanzato delle indicazioni stringenti al riguardo, in numero di 46 su 51.Spero che si facciano sempre più strada forze autonomiste che diano il senso netto che l'orientamento dell'isola sta cambiando. Vedremo nel futuro. La speranza è che restino fedeli a loro stessi, nella sacrosanta specificità che li caratterizza e questo senza alcun secondo fine da parte mia.
 
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simo1971
view post Posted on 7/10/2013, 15:41     +1   -1




CITAZIONE (ratapena @ 6/10/2013, 20:12) 
Dal sito dell’INSEE Institut nationale de la statistique et des études économiques
Mi chjamu Saveria, Laurina, Lisandru, Petru
Les prénoms orthographiés en langue corse sont apparus sur les registres de l'état civil à partir des années quatre-vingts. Leur gamme est plus élargie chez les filles.
Serena détient la palme, ayant été attribué 225 fois, suivi de Stella (198 fois) et de Lisa, Francesca, Saveria donnés plus de 100 fois chacun. Ces deux derniers prénoms ont succédé à Françoise et Xavière qui n'ont plus cours aujourd'hui. Laurina, Livia, Lesia, Leria Chjara et Lisandra, moins fréquents, se sont aussi généralisés. Deux prénoms font exception, Santa et Flora, car déjà enregistrés dans les années d'après-guerre. Santa résiste. Peu souvent donné, il est en cours depuis 1947, alors que Toussainte a disparu des registres en 1970. Flora, affecté jusqu'en 1950, réapparaît à partir de 1984.
Chez les garçons, Lisandru est le prénom le plus répandu, attribué à 112 bébés depuis 1989. On y trouve aussi des Matteu, Andrea, Petru et Ghjuvan.

Direi che questo mette fine definitivamente alla leggenda metropolitana della legge speciale contro i nomi corsi ancora vigente che viene ancora sbandierata anche qui. Se si vogliono fare delle discussioni serie bisogna documentarsi.


E'VERISSIMO, LA PROIBIZIONE E'DURATA SOLO POCO PIU DI UN SECOLO., ED E' STATA TOLTA SOLO DOPO AVETE DEFINITIVAMENTE VINTO LA LOTTA PER LA FRANCESIZZAZIONE DELL ISOLA.INOLTRE LA STATUA A P A S C A L P A O L I', NON PASQUALE PAOLI E'STATA ERETTA ORA. TUTTO IL RESTO SONO CHIACCHIERE FRITTE , DEL GOV.FRANCESE.
 
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view post Posted on 7/10/2013, 16:57     +1   -1
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apò ña spitha èni jinumèna aćà khàra

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CITAZIONE (simon1971 @ 6/10/2013, 23:56) 
CITAZIONE (Mars Pianeta Rosso @ 6/10/2013, 23:45) 
CITAZIONE (simon1971 @ 6/10/2013, 23:44) 
Due mie ex-amiche si chiamano Pascaline (alla francese) e Vannina (da Giovannina), ma il papa di Vannina si chiama Pierre, perche' Petru non poteva chiamarsi, mi mdisse una volta.

La tua fonte era questa "testimonianza" circa la presunta legge impeditiva?

No, e' che sempre mi hanno detto i corsi che hanno nomi francesi, perche' non si possono avere nomi corsi, inoltre pure qui su internet ho trovato scritto che in Corsica c'e o c'era una legge che proibisce l'uso di nomi italiani o corsi.
Se tale legge l'hanno tolta negli anni Ottanta potrebbe essere che non c'e' piuì' dato che io parlo di gente nata dagli anni Ottanta in giu, giacche' io frequentav assiduamente l'iisola fino a finale degli anni Ottanta, inizio anni Novanta, e le ragazze o adulti con cui interragivo erano tutte persone nate prima degli anni Ottanta.
Pure gli aderenti ai vari gruppi terroristici corsi, che se li chiami Jean o Pierre ti sparerebbero se guardi il loro documento riporta un Jeanne o pierre piuttosto che un Ghjovanni o Petru, percio' mi pare strano che se si fossero potuti chiamare alla corsa, abbiano le loro famiglie (corsi doc, antifrancesi) optato per nomi francesi.

Ho l'impressione che il divieto, derivante dalla legge generale valida per tutto il territorio francese, sia stato trasformato popolarmente in un divieto specifico per la Corsica. Del resto se c'è un divieto generale, che senso avrebbe imporne uno particolare.
 
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view post Posted on 7/10/2013, 18:22     +1   -1

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CITAZIONE (ratapena @ 7/10/2013, 17:57) 
Ho l'impressione che il divieto, derivante dalla legge generale valida per tutto il territorio francese, sia stato trasformato popolarmente in un divieto specifico per la Corsica. Del resto se c'è un divieto generale, che senso avrebbe imporne uno particolare.

Su questo non ci sono dubbi. Può essere che i corsi, vedendo che le loro richieste per i nomi "regionali" erano respinte e non sapendo magari che ciò accadeva anche in Bretagna o in Alsazia abbiano pensato che fosse una legge ad hoc per la Corsica. Da qui si può essere diffusa la voce tra molti italiani, che non hanno mai verificato la fonte sul codice francese. Debbo dire che questa "leggenda" era piuttosto diffusa sul web; non solo sul ns forum. Non vedo altra spiegazione possibile....
 
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